L’EtnoMuseo è un’istituzione che ha inteso innovare la museografia etnografica, sfidando la banalizzazione della cultura popolare e di paese che emerge da gran parte dei musei del folklore e della civiltà contadina, mostrando come si possa valorizzare il patrimonio locale senza ricorrere unicamente a immagini e oggetti, ma integrandoli con ricostruzioni verosimili e installazioni concettuali, simulazioni ludiche, scenografie e pannelli.

UN NUOVO MUSEO ETNOGRAFICO

L’idea di costituire a Roccagorga un Museo della cultura contadina nasce verso la fine degli anni 80, per iniziativa di Vittorio Cotesta, allora docente di Sociologia all’Università di Roma.

Tullio Tentori, allora titolare della cattedra di antropologia culturale dell’Università La Sapienza di Roma condivise ed incoraggiò il progetto, avviando una collaborazione tra l’Università di Roma ed istituzioni locali per effettuare una prima ricerca etnografica sul campo, condotta da giovani del luogo.

“IL VALORE DELLA RICERCA ETNOGRAFICA”

“..L’APPROCCIO ETNOGRAFICO, FONDATO SULLA RICERCA SUL CAMPO..”

“..IL SUPERAMENTO DEL TRADIZIONALE “MUSEO OGGETTUALE” FONDATO SU RACCOLTE DI CULTURA MATERIALE..”





La ricerca produsse prime monografie etnografiche sulle culture dei paesi lepini che confermarono l’idea di dare rappresentazione al ricco e vitale patrimonio culturale locale, realizzando un museo demo-etno-antropologico a Roccagorga. Vincenzo Padiglione assunse questo incarico elaborando un progetto museografico nuovo ed originale.

I suoi principali caratteri furono l’approccio etnografico, fondato sulla ricerca sul campo, una competenza necessaria per valorizzare la cultura locale e la prospettiva interpretativa, intesa a sviluppare e mostrare la ricchezza e molteplicità dei significati che localmente vengono attribuiti a pratiche, comportamenti e tradizioni.

Infine il superamento del tradizionale “museo oggettuale”fondato su raccolte di cultura materiale, in favore di un museo interessato alle dimensioni anche immateriali della cultura, incorporate in oggetti, persone, ambienti: come i saperi, i gesti, il gusto, le posture, gli atteggiamenti, i sentimenti, il paesaggio sonoro, le tecniche del corpo.

LA NASCITA DEL MUSEO
La ricerca etnografica fu avviata nel 1991 con una piccola equipe di ricerca composta da Antonio Riccio, Donatella Occhiuzzi ed Ercole Cerilli.

Al progetto esecutivo collaborò una squadra più ampia, composta da figure professionali diverse, come l’art-director Alfredo Celaia, l’architetto Rita Gigli, l’etnomusicologo Emilio di Fazio ed altri, tra i quali Cetti D’Agata, Delfino Iannarelli. Fu anche costituita un associazione, denominata Progetto Lepini, che attualmente gestisce la conduzione dell’EtnoMuseo.

Nel 1992-1993 furono organizzati tre eventi: “Il ritratto di comunità” (luglio 1992), la Mostra “Sant’Erasmo, L’Eremo e la Rocca” (giugno 1993), il prototipo del CD-I “Roccagorga per via: visioni, memorie e punti di vista” (sett.–ott. 1993).

Problemi e difficoltà vari rinviarono la realizzazione del Museo fino al 1999 quando si aprì il cantiere dell’EtnoMuseo, per mostrare alla comunità i primi lavori realizzati ed in corso.

L’11 dicembre dello stesso anno, infine l’EtnoMuseo venne inaugurato, con grande festa, musica e fuochi artificiali.